“Il Tempo…”

ripeteva con voce solenne il nonno

“il Tempo è l’ingrediente segreto.  Ci vuole Tempo, tanto Tempo.”  Il nonno impastava,  si muoveva lento nel laboratorio mentre la sua voce ammaliava noi bambini.

Voce che raccontava storie di uova, zucchero e farina; narrava ricette e  vecchie lavorazioni e, senza che ce ne accorgessimo, trasmetteva a noi l’autentica passione per la pasticceria.


Nascosti sotto il  tavolo,  giocavamo ai pasticceri e aspettavamo impazienti che scivolasse qualche scorzetta d’arancia candita o qualche uvetta, e al nonno, chissà come, per la nostra felicità e per la nostra merenda,  qualcosa scivolava sempre.


“ci vuole Tempo…” Io ero appena poco più di un metro e mio cugino sarà stato ancor più basso, arrivavamo a mala pena al tavolo e dovevamo alzarci sulle punte per guardare l’impasto dentro l’enorme recipiente mosso dalle grandi mani. Eravamo due bambini vivaci e a noi  il Tempo non piaceva:  da piccoli non si capiscono tutte quelle cose che i grandi vogliono insegnare.


Il tempo per noi era una misura scomoda: troppo poco quello in cui si era liberi di giocare,  semplicemente troppo quando aspettavamo il primo panettone dell’anno.


Il panettone richiedeva una lunga preparazione e tanto, troppo tempo per noi, ma non per il nonno; l’impasto preparato al mattino doveva riposare per più di due giorni e solo allora poteva essere diviso nelle forme ben imburrate.
Ma neppure allora era pronto, aveva bisogno di altro Tempo per lievitare ancora.
Noi eravamo impazienti e, ormai  stanchi di aspettare, cominciavamo a litigare.


Il nonno allora perdeva la pazienza e con fare burbero ci mandava via dal laboratorio e ci rispediva a casa.
Il giorno seguente il nonno ci urlava di scendere e quando entravamo correndo nel laboratorio…  la magia era compiuta! Decine e decine di soffici panettoni riposavano a testa in giù. Il loro inconfondibile  e caldo profumo preannunciava il Natale.
Siamo cresciuti, io ed Ercole.

Siamo cresciuti tra lievito madre, sacchi di farina, zucchero, canditi ed uvetta.. nell’attesa che nel Tempo si compisse la magia della lenta lievitazione che il nonno ci aveva insegnato.
Siamo diventati grandi e il sogno di fare i pasticceri è una dolce realtà, anno dopo anno nel nostra laboratorio assistiamo al ripetersi della magia del tempo che trasforma uova zucchero e farina nel dolce delle feste.

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Il Tempo come fedele compagno d’avventura

 utile, necessario, indispensabile

 

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